Novità per chi ha a cuore la sorte di Villa Lattes ad Istrana/1

“è Istrana”, giornalino di informazione dell’amministrazione, dicembre 2011.

Si legge che “assieme alla Villa, il nostro Comune ha acquisito le case rurali e un vastissimo appezzamento di terreno circostante. Ricordo ancora che Istrana ha ottenuto dalla Regione […] € 1.465.200, al quale va aggiunta la quota comunale di € 284.800, per un totale di € 1.750.000. Con tale somma è previsto il restauro del corpo centrale, della barchessa e della chiesetta e la riapertura del museo delle collezioni Lattes, collezioni che il Comune di Treviso lascerà in comodato per 35 anni”.

A giugno 2012 altre notizie, sempre dal giornalino: “i progetti sono stati completati, è stato scelto con apposita gara il direttore dei lavori e a breve verrà pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori per il restauro del corpo centrale, della barchessa ovest e della chiesetta e la riapertura del museo delle collezioni Lattes. Obiettivo: consegnare i lavori alla ditta appaltatrice entro il prossimo mese di luglio”.

Ecco dunque la delibera con la quale prende il via l’intervento su uno degli immobili dal più grande valore storico, artistico e simbolico del nostro Comune. Il documento si trova nel labirintico sito web del Comune di Istrana, noi ve la mettiamo qui (Delibera Villa Lattes) e… proviamo a tradurla dal “politichese” per capirne un po’ di più.

Accantonato l’ambizioso (e faraonico) progetto dell’architetto Portoghesi (perchè? A giudizio di chi?), il progetto preliminare è stato affidato all’architetto Tomba, dipendente comunale, “aiutato” dallo Studio Dal Corso-Scapin di Santa Maria di Sala (Venezia).

La delicata fase di progettazione riguardante un bene di straordinario pregio per un importo molto ingente (quasi due milioni di euro!) viene affidata invocando il risparmio economico che la scelta di un dipendente comunale lascia intuire – sulla economicità della quale non abbiamo, in ogni caso, riscontri oggettivi. In un secondo momento l’incarico per il progetto esecutivo (necessario per i finanziamenti) è stato affidato allo Studio Dal Corso-Scapin. Il succo è che: non sappiamo con quali criteri sono stati scelti i progettisti e, allo stesso modo, non sappiamo quali indicazioni siano state date loro.

Ma torniamo alla delibera. Cosa significa “progetto di restauro conservativo”?

Concretamente si tratta di consolidare l’edificio sul piano strutturale affinchè continui a stare in piedi: sistemare il tetto e le strutture soggette a rischio acqua (piede delle murature contro l’umidità di risalita, solai del piano terra, cornici, coperture a falda e piane, sporti); sistemare gli intonaci esterni, le parti degradate, consolidando ciò che si può mantenere. Sistemare i serramenti, gli scuri e quant’altro, pulire le superfici interne decorate di qualsiasi natura, eccetera eccetera.

Insomma, daranno all’immobile la forma che dovrebbe avere un immobile della sua età ma in piena salute. Non è chiaro se tali interventi riguardino anche il giardino, le vasche, le fontane, il muro di recinzione fatiscente… ma sembra di no.

Fin qui, non si fatica a riconoscere il profilo di questa amministrazione, emerso in più occasioni e più volte sottolineato da Istranattiva in questo blog: repentini cambi di programmazione che testimoniano l’assenza di strategia a lungo termine (il progetto Portoghesi scartato); procedure poco trasparenti (l’affidamento del progetto); informazione lacunosa, non contestualizzata e difficile da capire (dieci righe in un giornalino semestrale valgono una delle più importanti opere di restauro del nostro Comune?); figurarsi pensare di coinvolgere i diretti interessati dal progetto e dall’impatto dello stesso, ovvero i cittadini.

A seguire: Novità per chi ha a cuore la sorte di Villa Lattes ad Istrana/2

Stefano Volpato

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